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LE SIBILLE
Cenni storici e peculiarità delle Sibille
Le Sibille si diffondono nel XIX secolo, in tempi molto più recenti rispetto ai Tarocchi e, a differenza dei Tarocchi, nascono come carte a scopo divinatorio, destinate al pubblico borghese sempre più interessato ai misteri dell’occulto. Il loro nome stesso, Sibille, rimanda alla divinazione. Infatti, le Sibille erano le famose sacerdotesse del mondo antico che predicevano il futuro.
Sono carte soprannominate “pettegole” o “chiacchierine” per la loro peculiarità di fornire nel corso del consulto dettagli particolareggiati sulla situazione indagata. Per questa loro caratteristica vengono utilizzate soprattutto nei consulti d’amore.
La caratteristica principale del mazzo delle Sibille è che ogni sua carta è illustrata da un’immagine che rimanda al suo significato divinatorio generale.
Di solito ogni carta è contrassegnata anche dal seme francese corrispondente e da una breve didascalia in cui sono trascritti i significati divinatori principali.
Pur essendo commercializzate come carte illustrate a scopo di divinazione, gli autori prendono spunto per la loro creazione dalla divinazione popolare con le classiche carte da gioco. Infatti, è proprio dagli antichi significati divinatori popolari che gli autori prendono spunto per illustrare le immagini delle Sibille.
Abbiamo svariati mazzi di Sibille, alcuni molto simili tra di loro, come la “Vera Sibilla Italiana” che sembra essere la versione ispiratrice di mazzi successivi come i “Misteri della Sibilla”, la “Sibilla 800”; altri parecchio differenti tra di loro per numero di carte, paese di origine, significati e metodo di lettura.
Il mazzo delle Sibille può essere costituito da 52 carte (come il numero delle carte da poker) come il famoso mazzo italiano della “Vera Sibilla” e l’altrettanto famoso mazzo francese la “Sybille des Salons”, anche se abbiamo mazzi da 32 (“L’ Antica Sibilla italiana”, “Le Jeu de Destin Biedermeier”) e 36 carte (“Le Petit Lenormand”, le carte “Kipper”).
Nei mazzi da 32 carte mancano le carte dal 2 al 6 di ogni seme, proprio come avviene nel gioco francese del Piquet, tra l’altro gioco molto diffuso nell’800; nei mazzi da 36 mancano le carte dal 2 al 5 di ogni seme, come avviene nel patriottico gioco svizzero dello Jass.
LA VERA SIBILLA ITALIANA
Il mazzo della Vera Sibilla, probabilmente il mazzo più diffuso in Italia, è una versione recente dei mazzi delle Sibille ottocentesche; infatti, le carte della “Vera Sibilla” stampate dalla Masenghini di Bergamo sono la versione attuale delle carte stampate per la prima volta, nella loro versione definitiva, negli anni 40 a Milano dalla ditta Morreale.
L’autore del mazzo della Vera sibilla resta sconosciuto, si ipotizza che il mazzo della Vera Sibilla sia una rivisitazione di altri mazzi più antichi, tra cui il mazzo delle carte Gitane stampato da Piatnik costituito da 36 carte.
Il mazzo della Vera Sibilla è caratterizzato da didascalie, oltre che da immagini belle dal punto di vista grafico e intuitive che aiutano nella divinazione; inoltre, mantiene la numerazione e i semi delle carte da poker che, già nei secoli scorsi, erano utilizzati nella lettura del futuro.
La grafica delle carte, unita alla didascalia, fa della Vera Sibilla, al primo impatto, un mazzo di facile interpretazione. In realtà, si tratta di carte dense di significati e non ci si può limitare alla semplice lettura schematica delle carte basandosi sulle immagini e sulle didascalie.
In ogni consulto di cartomanzia bisogna prestare particolare attenzione alla disposizione d’insieme delle carte.
Nel caso della Vera Sibilla questa attenzione al quadro d’insieme è particolarmente importante. Infatti le carte della Sibilla, a seconda del loro seme, conferiscono un valore positivo o negativo alle carte circostanti.
Quindi, in una stesa in cui prevalgono le carte di Cuori e di Fiori l’esito sarà per lo più favorevole, mentre con una prevalenza di carte di Picche e Quadri ci aspetteremo un insuccesso.
L’influenza del seme, in positivo o negativo, è tanto più forte tanto più alto è il numero della carta, fa eccezione l’asso che si situa come valore superiore al dieci.
COME LEGGERE LE SIBILLE
Il mazzo di Sibille che prendiamo in considerazione per spiegare come leggere le carte delle Sibille è il mazzo della Vera Sibilla, essendo il mazzo più diffuso in Italia. Dopo le prime nozioni di base, daremo una spiegazione del significato di ogni carta del mazzo.
CARTE DELLA SIBILLA E SEMI
Le carte della Sibilla si suddividono in quattro semi: Cuori, Fiori, Quadri e Picche.
Le carte appartenenti al seme di Cuori, in generale, rimandano alle emozioni, alle relazioni affettive e sentimentali, a momenti di serenità e gioia.
Le carte appartenenti al seme di Fiori, invece, rimandano ad eventi fortunati, alla soddisfazione, a contratti, accordi ed aiuti.
Le carte appartenenti al seme di Quadri rimandano alle novità, agli affari, al lavoro e agli interessi economici.
Le carte appartenenti al seme di Picche sono le più nefaste del mazzo e preannunciano lotte, ostacoli e problemi.
Le carte della Vera Sibilla possono darci anche indicazioni sulla stagione in cui avviene un avvenimento e, quindi, informazioni sui tempi.
Una maggioranza di carte di fiori indica che è più probabile che l’evento avvenga in estate, i cuori rimandano alla primavera, le picche all’autunno e i quadri all’inverno.
La maggior parte degli autori associa i quattro semi delle Sibille ai quattro elementi, proprio come accade per i Tarocchi.
Nella Vera Sibilla le carte di Cuori fanno parte dell’elemento Acqua e, quindi, i segni zodiacali associati saranno il Cancro, lo Scorpione e i Pesci; le carte di Fiori fanno parte dell’elemento Fuoco, quindi i segni zodiacali associati saranno l’Ariete, il Leone il Sagittario; le carte di Quadri fanno parte dell’elemento Terra, quindi i segni zodiacali associati saranno il Toro, la Vergine e il Capricorno; le carte di Picche fanno parte dell’elemento Aria, quindi i segni zodiacali associati saranno la Bilancia, l’Acquario e i Gemelli.
La diversità di colore dei semi (rosso, nero) ci può dare, anche, delle informazioni su alcune caratteristiche fisiche delle persone, come il colore dei capelli: secondo la tradizione i Cuori ci indicano persone con capelli castano tendente al chiaro, i Quadri rimandano a capelli biondi e rossi, i Fiori a capelli castano scuro e bruni, mentre le Picche a capelli neri.
LE FIGURE NELLA SIBILLA
Il primo passo in una lettura di carte è identificare la figura del consultante e le figure a lui vicine.
Nella Vera Sibilla di solito la consultante (o la donna del cuore di cui si chiede) è la Regina di Cuori e il consultante (o l’uomo del cuore di cui si chiede) è il Fante di Cuori. Questo è valido soprattutto nei consulti d’amore, infatti la Regina di Cuori è chiamata “Amatrice” e il Fante di Cuori “Amante”.
Possiamo, però, fare riferimento anche ad altre caratteristiche come l’età o la situazione sentimentale.
In linea generale la Regina di Quadri è la donna sposata, la Regina di Cuori è la donna non sposata, mentre la Regina di Fiori raffigura la donna giovane; il Re di Cuori è l‘uomo sposato, il Fante di Cuori l’uomo non sposato, il Fante di Fiori l’uomo giovane.
Mentre le altre carte di corte, la Regina di Picche e il Fante di Picche rappresentano rispettivamente la rivale e il rivale, oppure persone che hanno intenzioni ostili verso il consultante.
Le rimanenti carte di corte, rimandano a delle professioni: il Re di Fiori è un medico o, più in generale, ha una buona posizione sociale (potrebbe essere anche il datore di lavoro), il Re di Picche è un uomo di legge, il Re di Quadri un commerciante, il Fante di Quadri è una persona che ci porta notizie (anche postino) o un intermediario.
Oltre le carte di corte, anche altre carte della Vera Sibilla possono rappresentare delle persone:
– 7 di Cuori, “Artista“: di solito il notaio o un libero professionista;
– 4 di Fiori, “Amica“: un’amica, anche una sorella;
– 3 di Quadri, “Donna di Servizio“: per lo più una collega di lavoro;
– 2 di Picche, “Vecchia Signora“: una donna anziana, la madre, la nonna, la zia;
– 3 di Picche, “Vedovo“: un uomo anziano o, indipendentemente dall’età, un uomo rimasto solo (un vedovo, un separato);
– 10 di Picche, “Militare“: un uomo in divisa, per lo più un militare o un appartenente alle forze dell’ordine.